mercoledì 30 aprile 2014

Come eravamo (2)

 "PREPARATIVI PER LE FESTE DI SAN FERMO DEL PASSATO"


Nel 1987 con queste parole Remo Canzi ci ricordava come nel passato si era soliti organizzare e predisporre la nostra Sagra:


«[...] Per la Sagra di San Fermo del passato, i preparativi erano molto lunghi. In un certo senso, duravano l'intero anno, anche se la parte più consistente ed impegnativa, era concentrata nel mese di luglio.
Allora erano pochi coloro che si assentavano dal paese per le ferie, per cui le giornate dedicate alla sagra di San Fermo, erano considerate: ferie, vacanze, momenti di incontri, feste agricole, mercato del bestiame e dell'agricoltura, mostra dei migliori attrezzi della campagna e casalinghi, senza parlare dell'impegnativa parte religiosa che richiederebbe un apposito lungo discorso. [...]

Ad Albiate i preparativi per le feste di San Fermo -si fa per dire- duravano l'intero anno, nel senso che il loro riferimento era continuo e mobilitava l'intera popolazione. Nel corso dell'anno, si mettevano da parte i soldi per il vestito nuovo, che si indossava per le due processioni, la Messa grande e la benedizione. Per le feste si acquistava almeno una damigiana di buon vino che si imbottigliava al canto di canzoni popolari. Si imbiancava la cucina e si dava una mano di colore alla porta di casa. Si mettevano striscioline di fiori di carta sul filo che sosteneva la lampada della luce elettrica e nei tempi più antichi a petrolio, al centro della cucina [...] la grande cucina che fungeva anche da soggiorno e dispensa. [...] Le massaie facevano l'inventario dei piatti e delle scodelle, per rimpiazzare quelli rotti nel corso dell'anno, [...] si usava fare un po' di scorte di generi alimentari, per la loro conservazione si ricorreva al ghiaccio che veniva venduto nei cortili. [...] Le scarpe allora si mettevano solo la domenica e, quelle nuove, salvo eccezioni per matrimoni e battesimi, si acquistavano per la festa di San Fermo. [...]

Quasi in tutte le case vi era il quadro di "San Fermo che si venera in Albiate" davanti al quale, per l'intero mese di agosto, ardeva un lumicino di cera. Tra la fine di luglio e i primi di agosto il paese era particolarmente animato. I cortili erano frequentati da venditori ambulanti di tutte le specie. Dal "bombonatt" si acquistava l'occorrente per fare la torta nera paesana. All'"ureves" si faceva lucidare la catenina o la medaglietta di San Fermo che si teneva in casa. Dal "fondeghée" si acquistava una "boccetta di olio rosso" per lucidare le gambe del tavolo e delle sedie. Al "poverett" si dava una piccola offerta per una preghiera e si aveva dallo stesso l'immaginetta di San Fermo.
La vigilia delle feste, si lavava il pavimento della cucina, incanalando l'acqua nel tombino del cortile. Nello stesso giorno si metteva un mastello pieno d'acqua al sole per il bagno dei ragazzi [...] tenuto conto che trascorrevano interi pomeriggi seduti a terra a curiosare durante il montaggio delle giostre e dei tirasegni e l'allestimento del parco divertimenti. [...] gli stessi in certi momenti sapevano rendersi utili per il Santuario.

Insomma, le feste di San Fermo erano precedute da attività febbrili che interessavano grandi e piccoli e che sfociavano anche in una adeguata preparazione spirituale, dato che "sagra e festa religiosa" hanno sempre formato un tutt'uno

In genere, per distinguere la dignitosa povertà dei tempi comuni dell'anno, rispetto alle feste, si diceva: "verrà San Fermo e per alcuni giorni saremo tutti signori!"
San Fermo, festa religiosa e sagra, rappresenta per Albiate la più valida e più grande motivazione della sua storia di tutti i tempi.»